sabato 7 agosto 2021

Traumi infantili

L'altra sera sono uscita a cena con due amici e siamo finiti a parlare di alcuni miei traumi infantili, legati alle classiche mutazioni del corpo femminile.

In quinta elementare sono esplose e i primi reggiseni, comprati da mia madre, erano i Playtex criss cross incrocio magico. Sicuramente reggevano. Talmente bene che me le trovavo praticamente alle orecchie, quasi cementificate che il marmo di Carrara usato da Michelangelo per il suo David poteva essere scambiato per plastilina. 


Certo, a 10 anni avere una seconda piena è stato il primo trauma psicologico che ho subìto (credo).Che poi facevo sport, correvo e mi impicciavano, se facevo una capriola, rischiavo il soffocamento. E le nascondevo (e le nascondo un po' ancora) chiudendo le spalle in avanti.

Ma il vero trauma è connesso al passaggio alla pubertà, quello del ciclo. Ora vi scandalizzate di assorbenti esibiti o di lanci col paracadute ma quando in seconda media, contemporaneamente alla seconda esplosione del lato superiore arrivato velocemente alla 4C (e non era la classe che frequentavo), c'è stata la maturazione di quello inferiore. 

Tra un'inesistente educazione sessuale di base, rimandata a due anni più tardi e delegata al libro di biologia della prima superiore, e le risposte scantonate sull'utilizzo gli assorbenti pubblicizzati in tv (il jingle "l'assorbente Lines Lady con l'adesivo lungo" e la relativa signorina danzante imperversavano sul primo canale, che tanto c'era solo quello o quasi), mi sono trovata a usare i primi assorbenti. Che direte "che c'è di strano?". Scordatevi seta, ali, spessori invisibili ma immaginatevi una una tovaglia arrotolata piazzata nelle mutande. Non slip, mutande alte sui fianchi che praticamente si potevano anche agganciare alle due orecchie già affollate dalle gemelle. La particolarità di queste "mutandine" igieniche era la plastica, un tassello in teoria, molto in teoria, antimacchia che a partire dal secondo lavaggio a 90° scricchiolava. Come camminare su un vialetto di ghiaia. L'assorbente, intanto, grande quanto un pacco di cotone idrofilo, aveva un microscopico adesivo, grande quanto quei cerottini minimali di cui gli armadietti del pronto soccorso sono pieni perché tanto non tengono niente e nessuno in casa li usa ma sono onnipresenti nelle scatole in commercio, misteriosamente anche in quelle monotaglia. Ovviamente, tanto non tengono i cerottini, tanto non teneva sul cotone questa minima striscia adesiva, cosicché l'assorbente, grande quanto un patello per anziani, che sicuramente aveva anche il vantaggio di prevenire la displasia dell'anca, era dotato di vita propria e te lo ritrovavi a metà schiena oppure sulla pancia (oltre no, c'era il criss cross che era di origine medievale ed era una sorta di reggiseno di castità)

Ora capite perché fin dagli anni '70 le borse delle donne sono capienti: per contenerne almeno uno (difficilmente ce ne sarebbero stati due!) di scorta per un salvataggio imprevisto o un cambio volante. Ovviamente, per quanto una cercasse di essere discreta, la camminata alla John Wayne, lo scricchiolio della plastica e i rigonfiamenti sotto anche le gonne a pieghe non passavano inosservati, con un certo imbarazzo della malcapitata.

Eppure sono sopravvissuta...


2 commenti:

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