venerdì 8 maggio 2020

Il balcone

La parte imbarazzante di questa quarantena è la vita sul balcone.
Se con gli sconsiderati ritmi lavorativi, di solito non me lo godo mai, ora ci passo parecchio tempo, tanto da prendere in considerazione di ripopolarlo di piante per renderlo più piacevole.
Ho provato pure a lavorarci, un pomeriggio, baciata dal sole, ma il passaggio dei treni e il wi-fi non altrettanto stabile del cavo di collegamento tra router e pc non facilita la cosa.
Detto ciò, il lato imbarazzante di tutto ciò è l'inconsapevolezza del silenzio, a cui di fatto nessuno è più abituato, che amplifica il suono delle parole e delle radio, dei grilli e dei merli. Se gli ultimi due dovrebbero pure essere normali per chi abita in un paese di campagna, il secondo è una piacevole compagnia, il primo fa sì che se hai un minimo di pudore, ti concentri su qualcosa per non ascoltare gli altrui fatti privati, stile pettegola di condominio.
Mi sono persa tutti i flash mob, non passano nemmeno gli stessi treni che in passato, gli annunci degli altoparlanti sono perfino più chiari e comprensibili del passato ma le telefonate dei vicini, le lezioni dei bambini, la vita famigliare altrui è diventata un po' anche quella di tutti quelli che vivono con le finestre aperte.

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