mercoledì 11 dicembre 2019

Com'era, com'è

Lo scorso fine settimana è stato "lungo", un venerdì a casa denso di impegni, frenetico come una milanese d'adozione può avere, mai ferma dalle 8.30 alle 23.30.
La mattina, tra uno dei tre colloqui e l'altro, mi sono infilata in un negozio a Rho, piccolo ma fornito, alla ricerca di qualche pensierino per le amiche.
E lì è scattata la riflessione.
Una volta i negozi erano aperti di domenica solo dall'8 dicembre alla vigilia di Natale, la frenesia si concentrava in quei quindici giorni folli e luccicanti, le strade illuminate, i negozi pieni, i marciapiedi affollati, alla ricerca del regalo giusto per un famigliare, un'amica o una conoscenza a cui si vuol comunque far capire che si è pensato a loro.
Ora per le strade sfrecciano bikers e furgoncini, gli scatoloni sono sempre più grossi, le vetrine sono state sostituite da monitor, le code alla posta per la resa degli acquisti on line pressoché infinite.
I sabati e le domeniche prenatalizie sono destinati al bighellonare per centri commerciali spersonalizzati, come i regali che riempiono le case vuote di anime.
I pensieri per qualche amica li ho trovati, eh, in quel negozio di Rho!

2 commenti:

  1. Hai ragione come sempre Roberta mi è capitata un'unica volta domenica scorsa di andare in un centro commerciale appunto in un giorno di festa. Beh a parte impazzire per trovare il parcheggio e sgomitare per entrare in un negozio,guardavo i volti di quelle persone con bimbi piccoli al seguito urlanti per il caldo,la noia,ed i genitori tesissimi ed imbronciati. Ma perché?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Perché abbiamo tutto, troppo. E sono le cose materiali. Abbiamo perso invece la stima di noi stessi, la voglia di confrontarci, di stare insieme. E un po' la voglia di vivere davvero la vita, i sentimenti veri.
      Roberta

      Elimina

I commenti anonimi non sono permessi e pertanto, se effettuati, verranno considerati spam.