giovedì 4 agosto 2016

Rientro fantozziano

Sai già, a prescindere, che dopo tre settimane, la casa odora di chiuso.
Non sai perché ma ti senti che odorerà anche di qualcos'altro. Entri, stanca di un viaggio abbastanza pesante, triste perché sarai sola per quattro settimane, e la luce non si accende.
Capisci che sei decisamente una strega, che avevi messo tutto il possibile nel congelatore a pozzetto in cantina perché non è collegato al salvavita.
Abbandoni i bagagli in mezzo all'ingresso e, respirando tra i denti, apri il frigorifero e il freezer.
E ti metti all'opera, buttando salse, buste sottovuoto di prosciutto cotto gonfie come palloncini ad una festa, biscottini al cioccolato, sottaceti e marmellata dal colore inquietante, un unico rotolo di pancarrè e prosciutto rimasto nella cella del freezer.
Sei coerente con te stessa e fai la differenziata, l'olio nell'olio, il prosciutto nell'umido, le confezioni a seconda della loro composizione.
E nonostante pensavi di aver praticamente svuotato il frigorifero, fai due giri ai bidoni a buttare umido, plastica, carta, vetro, alluminio.
Poi passi alla parte pulizia e ci metti due giorni a far sparire da casa l'odore di guasto, ringraziando gli acquisti compulsivi di candele Ikea.
Ti senti Fantozzi quando realizzi che la lavastoviglie NON aveva fatto per bene il suo lavoro, lasciandoti almeno mezzo carico incrostato ma rimandi al giorno successivo il ripasso a mano.
E poi, ieri, scendendo dal treno, un po' Fantozzi e un po' Cenerentola, ti si rompe il cinghietto di un sandalo, s-ciabatti fino in ufficio e lo ripari prontamente con una cucitrice bella grossa. Il McGiver che c'è in te comunque è sempre attivo.
Insomma, rientro col botto!

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