martedì 29 marzo 2016

Io e lo stiro

Odio stirare. So di essere anche in buona, buonissima compagnia.
Capita, inoltre, che per motivi contingenti non riesca a farlo regolarmente e, quando succede, mi ritrovo con montagne di panni che nemmeno l'intera catena dell'Himalaya, la Cordigliera delle Ande, le Alpi e gli Appennini messi insieme...
E così, il fine settimana di Pasqua prevedeva l'abbattimento di quella montagna di cui sopra.
Peccato che il ferro da stiro normale, a vapore, abbia dato forfait, bucando il serbatoio, che era più l'acqua per terra e sui panni in fase di stiro che non quella trasformata in vapore.
Così ieri ho dovuto riesumare questo:
Lo odio ancora di più che stirare, impiega una vita e mezza a scaldare, pesa un botto spostarlo dallo scaffale all'asse da stiro, quando finisce l'acqua nella caldaia, devo aspettare almeno mezz'ora per poterla aprire e altri venti minuti perché sia di nuovo pronto. Questo fa sì che non possa approfittare dei ritagli di tempo, qualche venti minuti qua e là, per abbattere il tutto ma ci dedichi le mattinate con sveglie alle quattro o le giornate di festa.
Insomma, una Pasquetta rovinata (non che fosse granché di suo, per carità).
Non so quanto resisterò senza comprare un nuovo ferro....

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