venerdì 11 dicembre 2015

L'immondizia, una cosa seria

O meglio, impegnativa.
Differenziare si deve. Per riciclare quanto più possibile, per ridurre i rifiuti da bruciare nei termovalorizzatori, per vivere meglio.
La società consumistica ha portato alla "creazione" di montagne di rifiuti. Dall'umido degli sprechi alimentari (e qui io ci sono, con la generazione di muffe che neanche Madame Curie!) agli imballaggi del vuoto a perdere (ricorrendo alla spesa al supermercato, è praticamente impossibile non comprare alimenti ma anche oggetti che non siano contenuti in scatole, sacchetti, polistirolo che generano grandi volumi ma poco peso) e via dicendo.
Il giovedì spesso esco. Perché devo buttare la plastica/lattine, che raccolgono il venerdì mattina. Ma già che ci sono, porto giù la carta, l'umido, le batterie, il secco (sempre meno). Sembro un Babbo Natale al contrario.
Ieri sera sono andata anche ad un incontro sulla raccolta differenziata e ho scoperto tante piccole cose interessanti. Lo sapevate che le bombolette del deodorante vanno nella plastica/lattine? Che le posate di plastica non sono ancora "normate" come imballaggi leggeri ma tollerate mentre piatti e bicchieri, residui della festa di compleanno sì? Che i cartoni della pizza, sporchi o puliti, vanno comunque nella carta? E che la vera vittoria si ottiene con una riduzione del "secco" (o indifferenziato) a 75 kg di produzione annua procapite contro gli attuali 115? Che ci sono comuni e soprattutto persone che sono riuscite a scendere sotto i 50?
Una serata diversa, poco mondana ma sicuramente molto civica, quella di ieri sera.
Anche se resto della mia idea. La raccolta differenziata inizia al negozio, quando scelgo di acquistare oggetti e alimenti che hanno poco imballaggio.

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