giovedì 24 settembre 2015

Storia di storia e di altre storie

Mentre il web sottolinea quella che voglio sperare sia una gaffe, per quanto grave, della nuova miss, io sono alle prese con storia, ancora guerre, ma i moti indipendentisti del 1848 e anni successivi, Camillo Benso conte di Cavour e Mazzini.
Ovvio che non ho ripreso a studiare ma devo coinvolgere il figlio dodicenne e convincerlo a studiare senza ricorrere a metodi coercitivi.
Così, dopo tre giorni di ripetute insistenze, gli ho fatto capire che oggi - comunque - non è detto che salti la lezione di storia "grazie" alla terza dose di vaccino antipollini e, quindi, i compiti assegnati andavano fatti.
Schede sugli argomenti sopra citati. Lui che detesta schematizzare per iscritto quanto già schematizzato dai testi scolastici (in effetti, foto e disegni tanti, ma a me pare che questi libri siano dei bigini scritti in caratteri più grandi).
"Mamma, help, non so come fare lo schema" (soprassediamo che per l'ora che era appena trascorsa, si era dedicato all'analisi logica per domani e non ai compiti per oggi, che comunque è una bella lotta alla materia meno amata).
"Dai, prendiamo un quaderno che tuo fratello non usa più, tipo a righe di terza, e usiamolo per la brutta"
"Ma poi devo ricopiare!"
"Ma almeno non fai le cose pasticciate e organizzi così le idee"
 Via alla rilettura (da parte mia) delle poche parole (già definirle righe è un eufemismo!) dedicate al primo argomento e conseguente spiegazione nonché sintetizzazione sul quaderno.
Fatto il primo pezzo, via agli altri, da solo, con spiegazioni della situazione geopolitica di centosessant'anni e passa fa e parallelelismi con la situazione dell'Unione Europea attuale.
Mentre prosegue da solo, incastro nel pomeriggio il recupero a scuola del decenne e, al ritorno, nuova campanella d'allarme per uno stop: "come faccio a schematizzare Camillo Benso?"
Ripartiamo (per certi versi, mio figlio è come una macchina con la batteria che comincia a perdere colpi, ha spesso bisogno di una spintarella quando si ferma. E si ferma spesso) e ricominciamo.
Ma i compiti li deve fare lui, che io ho già dato trentacinque anni fa su quegli argomenti. E così, insieme al decenne, andiamo a fare una spesa che doveva essere di poche necessarie cose e si è rivelata una bella serata passata a chiacchierare tra le corsie del supermercato, una mano a battere i prodotti con la macchinetta della spesa rapida, una scegliere cosa mangiare nei prossimi giorni, una chiacchiera e una confidenza, una telefonata da casa "mamma, sei ancora lì? Si è fulminata la lampadina sulla mia scrivania, me la compri?" e un "mamma, la xbox, me la posso comprare io?" con relativa negoziazione diplomatica che ha portato ad un acquisto anticipato da mettere sotto l'albero.
Tornata a casa, nuova necessità di spintarella mentre preparo la cena, ripongo la spesa, il decenne prepara la tavola, il dodicenne mi sottopone la scheda infernale per la verifica ed approvazione, inviti perentori a preparare PER BENE lo zaino, l'acqua che bolle, il sugo nel microone (inventor del microonde, santo subito!), lo zaino zuppo da svuotare, le cose appese alla cyclette trasformata in stendibiancheria, la ricerca infruttuosa della tessera della bicicletta, i documenti da riporre, la lavastoviglie da far partire, le ultime due puntate di Under the dome da guardare (chissà quando ma né ieri né oggi).
"Senti, dodicenne, ti è più chiaro questo periodo storico?"
"Sì, molto"
"Ma in classe, ve l'ha spiegato?"
"No, leggiamo il libro e basta" (Beh, ora è tutto più chiaro anche a me....). Mamma, ma lo sai che spieghi bene? perché non hai fatto l'insegnante?"
"Sono dovuta andare a lavorare e non ho potuto studiare, approfittane, tu che hai la possibilità, di studiare, di imparare, per te e non per gli altri, il voto o i regali, perché se studi e impari, tutto torna e ti rimane. Vedi che dopo tanti anni mi ricordo ancora le cose?"
Sono le dieci di sera quando mi sono fermata, in pista dalle cinque di mattina, ma il lento pomeriggio divisa tra i figli, che per una volta non si sono scannati né rimbambiti sui tablet, i discorsi e le confidenze con loro mi hanno fatto stare bene nonostante tutto.
Forse, la lentezza è l'unica soluzione a tanti malesseri psicofisici che ci affliggono.

2 commenti:

  1. questo post è bellissimo, sei una grande mamma

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  2. Sei sempre eccezionale. Quanto mi è caro leggerti vivendo anch'io le stesse esperienze con i miei due banditi!

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