domenica 15 febbraio 2015

Archiviata

Ieri ho archiviato anche per questa volta la pratica "Natale".
Ci sono volute diverse ore, divise tra venerdì pomeriggio e sabato mattina, con i sorrisi e le riflessioni che ogni anno comporta il riporre i decori natalizi. Se non fosse stato per una festa che ci sarà in settimana, fosse stato per me sarebbero ancora fuori chissà fino a quando, perché per me non è vero che l'Epifania tutte le feste si porta via e non ho assolutamente quella frenesia il 6 gennaio di mettere via tutto.
Avvolgevo una a una le statuine del presepe, ogni anno una in più, nella carta di giornale, sempre quella dell'anno precedente che chissà a quando risale e pensavo che, in fondo, non ne varrebbe nemmeno la pena perché sono di plastica e non di gesso come quelle del presepe della mia infanzia, che ogni anno avevano una scheggia in più o una testa in meno ma che si incollavano con pazienza e perizia; le riponevo nella capanna e poi nella scatola, insieme al muschio che ogni anno profuma sempre più di polvere e meno di muschio, con la cartaroccia, le baite valdostane e i trulli di Alberobello in miniatura, souvenir di passate vacanze elevate a scenografia.
Staccavo una a una le decorazioni dall'albero di Natale, ogni anno sempre più pieno di piccoli pensieri e ricami e pensavo che, accidenti!, gli scatoloni non bastano più, dividendo i decori in stoffa, troppo preziosi per finire in cantina a prendere puzza di muffa, da quelli in legno, gesso, Das, metallo, vetro, le palle infrangibili, tutte rosse, i fiocchi, le lucine che ogni anno metto via funzionanti e tiro fuori che non vanno più e via, di corsa, a comperare uno o due nuovi fili, "di che colore?", "a led no, sono orribili, fredde!", "io le voglio colorate", "ma no, sono più belle tutte chiare", gli aghi finti di pino che si staccano mentre ripieghi i rami dell'albero, la fatica di ridividerlo in tre tronconi e inscatolarlo in un cartone che ha le dimensioni di un baule e che ogni anno ti sembra sempre più pesante ma fatichi ad ammettere che è il tuo anno in più a pesare davvero; prendi il nastro adesivo per chiudere le stesse scatole da almeno vent'anni, ogni anno un po' più piene e un po' più precarie.
Carichi tutto in ascensore perché tre piani di scale sarebbero una follia e quando cerchi di mettere tutto sullo scaffale della cantina, e non ci sta, pensi che l'anno prossimo farai una foto per ricordarti come stipare il tutto ma poi non lo fai perché, in fondo, non per te essere così metodica è come essere fobica. E scopri una scatola di palle dorate che era rimasta giù e che quest'anno non hai utilizzato.
Torni su, vorresti tirare un sospiro di sollievo e sederti, ma scopri che qualcosa è rimasto immancabilmente fuori, un nastro, una fila di luci, i decori sul balcone che hai deciso di togliere proprio il giorno che piove, e sorridi sperando che i nove mesi che mancano a ritirare fuori tutto il bailamme passino più velocemente che mai.
Ora puoi dedicarti ai ricami per il prossimo albero di Natale. Ma in fretta, perché nove mesi non sono nemmeno tanti.

2 commenti:

  1. Lo sai che io vivo il Natale e i decori un po' come te e che ogni fino novembre è un emozione il tirar fuori tutte le decorazioni e la fine di gennaio/inizio febbraio è una tristezza dover disfare e riporre tutto.
    E quando anch'io ero convinta di aver riposto tutto ... mi sono accorta di aver lasciato i decori sulla cappa della cucina e il babbone ricamato dietro la porta, sempre della cucina, ed è ancora tutto lì. :D

    RispondiElimina
  2. Ciao Roberta! Che bel racconto! Sei bravissima a descrivere le tue sensazioni e le tue situazioni! È un piacere leggerti! Io sono un che 'l'Epifania le porta via' ma ogni anno un pezzetto in più c'è sempre e purtroppo quasi mai hand made come i tuoi!! Chissà quante belle cose avrà in più il tuo albero 2015??!
    A presto. Francesca

    RispondiElimina

I commenti anonimi non sono permessi e pertanto, se effettuati, verranno considerati spam.