domenica 21 settembre 2014

Finalmente!

Mi sono spesso considerata apolide, mai sentita veramente a proprio agio nei posti dove ho abitato.
La mia irrequietezza, nata praticamente con me, mi ha sempre portato a cercare qualcos'altro, tranne forse sul lavoro.
In questi giorni ho invece iniziato a sentirmi davvero parte di qualcosa, non ancora integrata, ma sulla buona strada.
E non perché sono salita sul carro dei vincitori ma perché, finalmente, sono Roberta, non la mamma del novenne o dell'undicenne, quella strampalata che ricama in piedi sul treno o che gira sulla bicicletta gialla stracarica di borse, zaini e figli, sempre di corsa e spesso incocludente.
Ieri sera ero felice come non mi capitava da tantissimo tempo, a festeggiare con i miei compagni di rione la vittoria del Cancaval (foto presa da FB).
In realtà, la mia soddisfazione nasce da più lontano, dalla volontà di integrarmi davvero nel paese dove vivo ormai da quasi quattordici anni e anche dal fare qualcosa per me. 
Avevo iniziato benino quando i miei figli frequentavano la scuola dell'infanzia, collaborando all'organizzazione delle varie feste ma poi qualcosa si è inceppato nel meccanismo organizzativo domestico, forse dovuto anche alla conseguente mancanza di tempo per la loro crescita, che richiede maggior attenzione e impegno, come molti genitori che mi leggono sanno.
Un secondo tentativo è durato tre anni, con il corso di punto croce che ho tenuto qui, sempre in paese, con grandi soddisfazioni sia personali che delle persone che mi hanno seguito. Poi ho interrotto lo scorso anno (ma ne riparliamo uno di questi giorni) per motivi personali.
Ieri sera mi sono divertita, ho giocato, ho lavorato in gruppo, come piace a me, che non mi reputo individualista. La bambina che c'è in me è tornata fuori giocosa e spensierata e spero di trasmettere queste sensazioni ai miei figli, a far loro amare lo spiriti di gruppo, la voglia di divertirsi insieme, con giochi semplici, con un panino alla piastra mangiato in piedi, senza tanti fronzoli in giro.
Spero che acquisiscano lo spirito di appartenenza, perché - secondo me - è solo così che si riesce a sopravvivvere all'individualismo imperante dei giorni nostri.
p.s.: far parte di un gruppo, per me, non vuol dire fare il pecorone, eh!

1 commento:

  1. Sono molto contenta per te e complimenti per la vittoria e tutti i tuoi splendidi ricami.

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