Una piccola finestra sulla vita in casa mia: ricami, vita quotidiana, punti di vista e tutto quello che mi passa per la testa
mercoledì 2 aprile 2014
Non più bambini
Qualche giorno fa li guardavo, cogliendo l'occasione di impegni differenziati che mi hanno concesso di stare con loro separatamente e di dare a ciascuno la giusta, singola attenzione.
Io non mi sono sentita la solita fune tirata da due parti e loro si sono sentiti importanti, figli unici per qualche istante, senza dimenticarsi del proprio fratello.
Ho parlato di utero, ovaie, mestruazioni, riproduzione cellulare con l'undicenne, perennemente affascinato da qualunque argomento scientifico e per me un continuo esame "di stato"; ho parlato di calcio, rutti e scoregge con il novenne, in bilico tra l'essere bambino e farsi coccolare e il ragazzino tra i più grandi della sua squadra.
Guardo quel 38 delle scarpe da ginnastica dell'undicenne accanto alle mie misere 37, che non posso più prestargli se le sue sono bagnate, e lo guardo quasi dritto negli occhi, senza più necessità di piegarmi.
Guardo il novenne con quella tuta della Polisportiva, che tra poco devo allungare ancora e penso a quando la giacca a vento gli copriva perfino il polpaccio mentre ora gli sta corta di maniche, la voce che si fa già più profonda, il corpo modellato (per entrambi) dallo sport anche se fatto non a livello agonistico.
Guardo il loro essere bambini davanti a Doraemon e grandi con i giochi tipo Clash of clan, di cui io non capisco niente.
Guardo la ricerca della bracciata o del tuffo perfetto dell'undicenne e quella del calcio più potente e preciso del novenne.
Guardo come sono comunque protettivi con me, quando capiscono che sono stanca, esasperata, a volte triste. E come sono gioiosi nel farmi firmare i loro frequenti successi scolastici.
Guardo due esseri umani diversi e complementari, che per tante cose si assomigliano e per tante altre sono come il giorno e la notte.
Guardo un undicenne e un novenne che non sono più bambini ma ragazzini fieri di crescere.
E capisco che sono una mamma fortunata e che quelli che faccio non sono sacrifici, perché la fatica se ne va... guardandoli.
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Li stai crescendo bene. E' proprio vero, la fatica è ben ripagata.
RispondiEliminaNon lo posso sapere se li sto crescendo bene, è troppo presto per tirare queste conclusioni. Li sto crescendo come posso, te lo dirò tra una dozzina d'anni.
EliminaRoberta
Un post meraviglioso che racconta di una mamma innamorata dei suoi figli....bellissimo :))
RispondiEliminaUn bacione
Francesca
Bellissimo, bellissimo post :)
RispondiEliminaUn abbraccio
Sonia
un post meraviglioso, raccontato come io non saprei fare, ma in cui mi ci riconosco alla perfezione, un post che su FB avrei condiviso al volo. I tuoi figli sono sicura che sono orgogliosi di avere una mamma così :-*
RispondiEliminaUn abbraccio
Sandra
Commoventi, sia il racconto del tuo essere mamma che la descrizione dei tuoi piccoli ometti...vedrai che i frutti si vedranno presto! Un forte abbraccio!
RispondiEliminaBellissimo post davvero. Scritto molto bene ed estremamente sincero e reale. Mi ci riconosco perfettamente! B giornata. Fra
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