martedì 13 settembre 2011

PRIMO GIORNO DI SCUOLA

Ore 8.15, usciamo di corsa, come sempre, prendiamo le biciclette. "Mamma, faccio fatica a pedalare!" Il seienne traballa sulla sua biciclettina. Guardo la ruota anteriore. Nooooo, completamente a terra. Grande delusione per il seienne, che non può pedalare cascomunito. La mia bici è carica come al solito, saccone davanti da riportare alla scuola materna, zaino dell'ottenne sul seggiolino posteriore che slitta appeso allo schienale, seggiolino occupato dal seienne. Corriamo alla scuola materna, salutiamo col groppo in gola le maestre dello scorso anno e le lasciamo ad accogliere i bambini che dovranno accompagnare ancora per uno o due anni scolastici. Arriviamo alle elementari (e col cavolo che le chiamo primarie, fuori c'è scritto in grande "scuole elementari", pure al plurale che ogni volta spiego a mio figlio che una volta si usava così, forse perché le sezioni erano maschile e femminile), fuori ci sono una marea di bambini, genitori, nonni, il papà e il nonno. Parcheggiamo nella rastrelliera la bici dell'ottenne che, zaino enorme sulle spalle si avvicina emozionato al cancello e piano piano entra, non appena la fiumara di bambini si è catapultata all'interno del cortile. Un bacio nascosto, vergognoso, da uomo che non deve chiedere mai, contento - tutto sommato - di rientrare a scuola, in mezzo agli amici.
Il seienne ed io svolgiamo qualche commissione in paese, salendo e scendendo più volte dalla scassona gialla. Tornati a casa, riproviamo a gonfiare la gomma della sua bicicletta e in casa occupiamo il tempo restante a fare piccole manutenzioni domestiche: i filtri del condizionatore da lavare, gli erogatori dei rubinetti dei bagni da pulire dal calcare...
Mancano 10 minuti alle 10, scendiamo, zaino sulle spalle e caschetto in testa, la gomma anteriore sembra reggere, prendiamo le biciclette e andiamo a scuola. Tutti presenti, tranne gli assenti.
Entriamo dal cancellone, andiamo in auditorium, poi in classe.
Delusione perché i precisi racconti dei dettagliati ricordi dell'ottenne e del suo primo giorno di scuola non corrispondono al primo giorno del seienne. Niente lavoretto, niente maestra di matematica che arriverà più tardi per accompagnare il proprio figlio al suo primo giorno. Genitori congedati in quattro e quattr'otto, qualcuno coi lucciconi, qualcuno no.
Alle 12.35, fuori scuola un muro di adulti preme sui cancelli per vedere e riprendersi i propri cucioli, incuranti delle solite segnalazioni e ammonimenti a non entrare. L'ottenne, con aria minacciosa, mi aveva ordinato di aspettarlo fuori, al solito posto e lì si è catapultato. Ma il seienne verrà consegnato solo nelle mani dei genitori. Uscito anche il seienne, via alle biciclette, accompagnati da una marea di racconti, un po' volontari un po' esortati dalla sottoscritta.
Stamattina la levataccia alle 7 è stata dura, quasi spaventoso l'avvio alla routine: "mamma, non mi ricordo dove ci dobbiamo trovare con le maestre!" "Ma ti verranno a prendere al pre-scuola!" "No, mamma, andiamo noi in classe!" interviene ormai pratico l'ottenne: è al quarto anno, lui, mica briciole!
Cicli coordinati diversamente perché stasera andranno dal papà, zainoni con il solito materiale non didattico ma non fornito dalla struttura (scottex, carta per le fotocopie, sapone, fazzoletti di carta, non siamo ancora alla carta igienica ma non è ancora detto....) e via. Incatenata la bicicletta dell'ottenne alla rastrelliera, il seienne e i suoi 17 chili scarsi si sono ribaltati in terra dal peso dello zaino ma poi, con fatica, sorridenti e per mano, hanno salito quella ventina di gradini che li ha portati come grandi al secondo giorno di scuola.
Mi mancheranno stasera i loro racconti, che domani saranno già sbiaditi nei ricordi perché soppiantati dal terzo giorno, dall'allenamento di calcio, dai preparativi per la prima gita scolastica di lunedì prossimo per andare a vendemmiare in Brianza.

7 commenti:

  1. Noi abbiamo portato anche la carta igienica!!!

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  2. Mi emozioni sempre quando racconti questi scampoli di vita quotidiana. Besos Pam

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  3. Ma piccola stella! Minimo era più pesante lo zaino di lui!
    Certo che il tuo ragazzo più grande è proprio un ometto, sa già dove andare, cosa fare e soprattutto ... comincia già a farsi aspettare fuori, fra un pò ti dirà di voler fare gli ultimi metri da solo.
    Gioie di mamma!

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  4. Avete presente una tartaruga rovesciata sul guscio? Ecco, più o meno era così!
    Roberta

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  5. Ma dai,che carini i tuoi sono ancora due cuccioli!!! Il mio che va in 3° media.....si è fatto accompagnare dalla mamma ma...."solo per oggi mamma" ^_^

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  6. Mi fa sempre tanta tenerezza leggere i racconti dei tuoi ometti.
    Un abbraccio a tutti e 3!!!!

    Gina

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  7. . . . torno dopo un bel po', ma e' sempre un piacere leggerti anche se ogni tanto ti sento "giu'", in bocca al lupo ai tuoi ragazzi x l'inizio della scuola, ma anche a te che li accompagnerai durante l'anno.
    ciao Carmen

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