Credo di averlo già detto in passato, io e Marie Kondo, la giapponese buttatutto, non andremo MAI d'accordo.
Non so se dipenda dalla mia friulanità che mi porta a conservare tutto ciò che potrebbe servire oppure dalla mia vena creativa che vede un futuro nell'80% delle cose che le altre persone buttano oppure all'affetto che provo per le cose che mi ricordano le varie ere della mia vita. O semplicemente sono un'accumulatrice seriale inconsapevole.
Ieri mi sono decisa a svuotare completamente il ripostiglio e a riordinarlo secondo criteri devirsi, scartando scarpe palesemente inutilizzabili, regalando quelle fuori numero, portando in cantina o in box mensole porta cd mai montate che ora non saprei nemmeno dove mettere (ma un paio di idee le avrei pure...), le scatole delle scarpe vuote o svuotate sono state diligentemente appiattite e hanno riempito mezzo cassonetto condominiale della carta (tranne 3... che possono sempre servire), i bidoncini di colore avanzati dalle tinteggiature sono stati riportati in box, ho torvato un'insospettabile chiave inglese del 13 e delle pile ministilo, un po' di Didò e qualche pennarello, gli striscioni "no quarto binario" che sono pronti per essere riappesi, il grasso per la catena della bicicletta.
Tutto questo per un motivo soltanto: sto aspettando il Kitchen Aid preso coi punti dell'Esselunga e sullo scaffale dovevo far posto alla macchina per il pane, che uso raramente.
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