sabato 24 giugno 2017

Quello che mi passa per la testa

Hai voglia ad essere ottimisti, a pensare a chi sta peggio di te perché non ha lavoro, è malato, non ha nessunonessunonessuno.
Ci sono dei momenti, però, in cui non riesco a scrollarmi di dosso il senso di sconfitta totale sul fronte di tutti gli aspetti della mia vita, in cui emerge quella dolorosa sensazione di mediocrità che mi porta a considerarmi una nullità; pensare sempre e solo a chi sta peggio, e vivere senza essere soddisfatti, senza avere obiettivi diventa semplicemente un accontentarsi.
In fondo sì, ho un lavoro ancora ben pagato anche se non a livello dei favolosi stipendi anni 70; né io né i miei figli abbiamo malattie gravi invalidanti, ho un tetto sopra la testa (sarà mio del tutto solo il 1° gennaio 2026 salvo cambiamenti di rotta ma sono dettagli, posso concedermi il lusso di un paio di scarpe in più dopo aver soddisfatto i bisogni primari, secondari e oltre dei miei figli.
Ma non ho la serenità, sono irrequieta, triste.
Forse è questo traguardo attraversato da pochi giorni, quei 50 anni che sembrano un giro di boa ancorata con una catena troppo corta che mi trascina verso il fondo. O forse è questa menopausa che mi sconquassa, col ciclo che arriva, arriva subito dopo e poi non arriva per lo stesso tempo in cui ce ne sono stati due e nel mentre metto su chili come se fossero biscottini nel carrello della spesa e gli sbalzi ormonali sono un decimo degli sbalzi umorali. O forse è quella casa vuota quando i tuoi figli vanno dal papà, quella famiglia che non hai saputo costruire o mantenere, quel muro bianco che ti fa compagnia mentre mangi, l'eco della televisione quale unica voce che rimbomba per casa oltre a te stessa che parli da sola per ricordarti che hai anche il dono della voce e non solo della parola scritta qui. O forse è una solitudine affettiva che dura da troppo tempo, inframmezzata da qualche sentimento ancora una volta non corrisposto, magari rifiutato con derisione o cattiveria che ha affondato ancora una volta un colpo al ribasso alla mia già inesistente autostima. O è un'ambizione professionale non realizzata, infiocchettata da feroci commenti tipo "certo che se una persona dopo i quarant'anni è ancora a quel livello è un fallito" (e tu di anni ne hai dieci in più e di livello sei più basso ancora), i patpat che arrivano e che percepisci solo come lisciatura del pelo ma poi i meriti del tuo lavoro se li prendono gli altri perché tu, per ruolo o livello non puoi risultare. O forse sono i figli, che vedi come un tuo fallimento personale perché non hai saputo educarli al rispetto verso di te, non hai saputo entusiasmarli delle cose belle che li circondano, non sai incuriosirli, perché li vedi supini e apatici ad affrontare giorno dopo giorno la vita da adolescenti, troppo e male stimolati da tante cose, stimoli che al contempo non riesci ad arginare, un po' perché non sai come fare (continuo a cercare il manuale di istruzione dei maschi adolescenti ma si sono scordati di consegnarmelo in sala parto) e un po' perché ti logorano loro stessi e tu stai perdendo le forze. Forse è la fatica di essere da oltre quattordici anni genitore e da dodici genitore single. E forse è anche scoprire che quella tua conoscente del paese vicino ha trovato il moroso e quell'altra con cui chiacchieri da quasi trent'anni pure e hanno più anni di te e tu non collezioni nemmeno più due di picche perché sono finiti pure quelli. O forse sono le persone che ti invitano, anche se molto raramente, a ballare, a cena fuori, ad una gita, ad un concerto e tu rispondi che non puoi, che hai i ragazzi, che sono troppo piccoli per lasciarli soli e non hai alternative perché sai che portarli con te rovinerebbe la serata a tutti quanti perché i suddetti due adolescenti non ascoltano la musica che piace a te, non vogliono andare al ristorante e aspettare venti minuti tra una portata e l'altra, comunque vanno a dormire presto, situazione che qualcuno definisce alibi ma che tu non sai come gestire diversamente e ti senti dire solo che no, non devi fare così ma mai un vero suggerimento su come fare perché vorrebbe dire prendersi una responsabilità.
Ecco quello che mi passa per la testa in questo periodo, una situazione che mi porta a rinchiudermi sempre di più in me stessa, perché non mi piaccio e non riesco a trovare vie di fuga da questo circolo vizioso. Perché è vero che è importante avere una buona considerazione di sè ma non bisogna virare verso la superbia e l'egocentrismo. Se da un lato mi metto in discussione, dall'altro non mi so difendere. Soprattutto da me stessa.

7 commenti:

  1. L'impressione che dai è di essere una donna tosta e simpatica, che fa cento cose alla volta ma vorrebbe farne mille: sei un mito ed è bello leggere i tuoi post, anche per chi non ha più la passione delle crocette :)))
    Forse potresti cimentarti in qualche sfida: sono convinta che il mondo e l'italia in particolare hanno bisogno di donne toste.
    Capita a tutti di sentirsi soli, ed è molto peggio sentirsi soli quando si è in due che quando si è single. Forza Roberta!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vero, Mitem, ne faccio cento e mi rammarico di non riuscire a farne mille, di cose. Ci sono momenti in cui si scivola, si incimpa, si cade ma finora ho sempre trovato la forza di rialzarmi e di rialzare la testa, ricominciando.
      Anzi, potrei dire che il momento no è quasi passato e sto già reagendo, anche se ci vuole sempre un po' più di tempo della volta precedente.
      Grazie per il supporto.
      Roberta

      Elimina
  2. Si tesoro, mi sa che sei proprio depressa... fai davvero qualcosa per te: vai da una dietologa o nutrizionista, fatti fare una dieta su misura per te, , seguila e comincia a dimagrire, fallo per te, per sentirti ogni giorno meglio, ogni giorno più bella... per ritornare a stare bene con te stessa, e vedrai che poi magicamente tutte le tue ansie, le tue tristezze scompaiono con i kg che se ne vanno... mettiti l'obbiettivo di un abitino in cui dovrai per forza entrare, usa 15 minuti delle tue crocette per fare esercizi mirati di ginnastica tutti i giorni, curati, regalati una crema lussuosa per il viso, insomma togliti di dosso quel bozzolo che ti impedisce di brillare e di volare e coccolati... scoprirai che se cominci a sentirti bene tu anche gli altri ti guarderanno con occhi diversi e magari arriverà anche un affetto, una compagnia...Alla fine credo davero che il tuo problema più grande sia non andare d'accordo con te stessa e con la tua immagine... cerca davvero di volerti bene , Roberta... fallo non solo per un fattore estetico, ma per un fattore di salute... a 50 anni non possiamo più scherzare con noi stesse... Un abbraccio fortissimo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, Laura.
      In questo momento, la dieta non fa per la mia testa, perché è proprio da lì che parte. Il cibo è una cosa che non mi tradisce e per me non è una fonte di sostentamento e basta ma soddisfazione, non sono in grado di sopportare rinunce o limitazioni anche in quel campo.
      Oltretutto, non ho mai tenuto ad un aspetto fisico standardizzato, il mio problema non è accettarmi con 20 kg di meno, ho pesato per anni 55 o 60 kg e non vivo a mio agio in questa società dove l'apparenza è l'unica cosa che conta, entrare nel vestitino taglia 42 e non avere niente di cui parlare.
      Roberta

      Elimina
    2. Non ti ho detto che devi standardizzarti, ti ho solo detto che devi coccolarti per stare meglio, di salute e di testa.. la tua frase "Il cibo è una cosa che non mi tradisce e per me non è una fonte di sostentamento e basta ma soddisfazione, non sono in grado di sopportare rinunce o limitazioni anche in quel campo." è quella che mi fa più paura... Mi sei sempre stata cara... spero tu possa stare meglio... non voglio angustiarti ulteriormente... ma se hai bisogno, batti un colpo!

      Elimina
  3. se avessi ricette per la felicità, sarei felice io e in fondo non lo sono.
    però ho imparato, sforzandomi ogni giorno e andando anche contro il mio stesso umore spesso e volentieri a smetterla di guardare le cose che non vanno e contare solo le cose che vanno, le cose positive nella mia vita (non sono tantissime, ma ci sono), le cose belle che mi circondano e i pochissimi e rarissimi affetti che, pur essendo pochissimi, sono estremamente forti e mi amano davvero oltre ogni mia immaginazione.

    c'è sempre chi sta peggio di noi, ci sono sempre situazioni che vorremmo migliorare e dobbiamo cercare di farlo, ci sono sempre momenti in cui ci sentiamo merdacce...

    ma sta a noi toglierci da lì, giorno per giorno, contando anche i più piccoli tesori della nostra vita.

    RispondiElimina

I commenti anonimi non sono permessi e pertanto, se effettuati, verranno considerati spam.