sabato 25 marzo 2017

Tutto sommato, non mi ci cambio

Mi sveglio presto tutte le mattine, presto anche sabato e domenica anche se un po' meno presto.
Esco di casa prima delle otto e non torno mai prima delle sei di pomeriggio ma spesso sono le sette passate, perché ci sono sempre impegni dopo il lavoro, la spesa da fare, il calzolaio a cui portare le scarpe da risuolare, il dodicenne da accompagnare o da riprendere da qualche parte, il quattordicenne che ha bisogno di pantaloni-magliette-scarpe.
Una volta entrata in casa, c'è da riporre la spesa, preparare la cena, far partire la lavatrice, piegare i panni asciutti, aiutare i ragazzi coi compiti, firmare diari e libretti, esortarli (a voce parecchio alta, lo ammetto) a raccogliere le mutande seminate per casa o a fare lo zaino per il giorno successivo.
E nel mentre, incastro il ricamo, il corso di fotografia, il coro con le prove e i concerti (anche se pochi), le riunioni della scuola, i comitati genitori o quarto binario (questo un po' meno ma c'è), la collaborazione per il back stage della compagnia teatrale, il cartonaggio, un po' di sudoku, il libro che va avanti tre pagine alla settimana, quattro chiacchiere con qualche amica, la partita di pallone del figlio, una gita fuori porta quando i ragazzi sono dal papà. Tempo per me.
Ho quasi cinquant'anni e mi sento viva, nonostante la stanchezza, le mie seghe mentali, i miei sensi di sconfitta e di fallimento. Ma non mi ci cambio con chi passa il tempo lamentandosi di non riuscire a fare niente, con chi è spalmato sul sedile del treno come se avesse lavorato in miniera tutta la notte e stesse andando in quel preciso momento a scaricar casse di arance al mercato per le successive nove o dieci ore.
Certo, non ho un lavoro fisico, non resto in piedi tutto il giorno, passo otto o più ore davanti ad un pc a dare numeri, a cercarli, a farli quadrare, in un ambiente comunque che ha le sue difficoltà, a volte anche ostile, climaticamente e caratterialmente le convivenze sono faticose, il rumore, chi ha freddo e chi ha caldo, chi chiacchiera a voce alta dei fatti suoi e sottovoce di lavoro, chi accende la radio e chi non ti sente perché ha gli auricolari, chi ha la scrivania ingombra e sporca e chi lavora tutto su file. E quando esco da quella porta, mica tutto rimane nel cassetto, mi porto dietro i pensieri, le preoccupazioni, la soluzione che non arriva di giorno ma magari nella notte, tra una pecora e l'altra che saltano virtualmente lo steccato.
Non stacco mai, lo so, è carattere. O forse stacco quando resto mezz'ora in più a letto, come stamattina, ancora numeri, matita e gomma e quell'accidenti del sudoku che non riesce!

3 commenti:

  1. Mi mancavano questi articoli.Ti chi vedo...e mi piace il ritratto che ne esce.una donna forte, una donna coraggiosa, una che sa forse flettersi al vento ma mai piegarsi, una che non accetta compromessi sulle cose fondamentali, una donna che darà un grande esempio ai suoi figli. Una donna con cui è piacevole parlare e confrontarsi.una donna che avrebbe solo bisogno di avere accanto non solo amiche ma qualcuno che la ami e la accetti per quello che è...per sentirsi ancora più viva...e forse un pochino in più leggera e sollevata dai crucci quotidiani

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  2. Ti sei descritta perfettamente, una donna sempre in movimento, sempre pronta a superato gli ostacoli e che se qualche volta cade, nella depressione, si rialza con coraggio, pronta a ripartire con tutta la forza 💪 necessaria, brava Roberta

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